lunedì 3 maggio 2010

veneto presente e futuro

a seguito dell'interesse creato dallo spettacolo di paolini, elisa mi segnala questo approfondimento:


vogliamo immaginare il veneto per adesso e per i prossimi mesi e anni: “città di sempre” in crisi di smog, di sviluppo commerciale e di vivibilità urbana e voglia di “nuove città” (e i centri commerciali che finora abbiamo conosciuto non erano che una prova labile di quel che potrà accadere…). c’è la necessità di stabilire quali sono “i paletti” da rispettare per i nuovi sviluppi, e quali invece quelli che possiamo oltrepassare per risolvere il degrado urbano di questi anni. Per capire come valorizzare di più (e non solo conservare e difendere, spesso con scarsi risultati) il territorio veneto, con le sue bellezze artistiche e ambientali (che, nonostante tutto, ancora in parte sopravvivono).
questo tema e' strettamente intrecciato a quello dello sviluppo economico. L’analisi dei bilanci delle aziende mostra segnali di estrema difficoltà in tutti i comparti, dal marmo di Verona alle concerie di Vicenza, dal mobile d’arte di Bassano al legno-arredo confinante con il Friuli-Venezia Giulia. Sembra proprio la fine di un’epoca: il mitico modello Nordest ha esaurito il suo ciclo.
Dal territorio, dove esiste una straordinaria ricchezza di competenze, bisogna partire, mettendo in campo politiche che favoriscano l’attività d’impresa: infrastrutture, efficienza energetica, logistica, formazione. Ma dal territorio è necessario uscire, intessendo rapporti a livello nazionale e internazionale, coinvolgendo le università, offrendo persino al piccolo artigiano la possibilità di operare sullo scacchiere planetario. Un Veneto aperto al mondo ma che non trascuri la propria valorizzazione, in tutti i campi.

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