Torno sull'argomento del post "womenomics" del 16/3 per aggiungere una considerazione a quanto gia' detto.
Nel loro articolo "LA GENDER DIVERSITY NELLE AZIENDE FAMILIARI ITALIANE-Una risorsa da valorizzare" riportato su economia & management del novembre 2009, daniela montemerlo e paola profeta, professori associati presso l'universita' Bocconi, indagano la presenza femminile nelle imprese familiari italiane di medie e grandi dimensioni, partendo dal presupposto che l'eterogeneità sia positiva ai fini del successo aziendale perché permette di attingere talenti da una base più ampia.
Fin qui niente di nuovo; come poco aggiungono i risultati (scarsissima partecipazione) a quello che gia' sappiamo. C'e' un elemento di interesse pero' in quello che affermano le autrici, quando ci ricordano, portano la nostra attenzione sul peso dell'effetto dell'auto-limitazione femminile.
Ogni donna che abbia tentato di motivare e coinvolgere le altre in qualche azione comune ha esperienza della difficolta' ad ottenere risposte positive, e sa quanti ostacoli in realta' insignificanti vengano presi a pretesto del proprio disimpegno.
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