sabato 10 aprile 2010

sportivi da poltrona...

...li conosco bene anch'io!!!


il 75% degli adulti trevigiani con meno di 70 anni non pratica sufficiente attività fisica. È il dato che emerge dallo studio «Passi», un sistema di sorveglianza sugli stili di vita (determinanti sociali) condotto su una popolazione campione nel territorio dell’Azienda Usl 9.
Poco più di un quarto degli intervistati non svolge del tutto o effettua poca attività fisica; fattori associati a scarso esercizio fisico sono l’età maggiore di 35 anni, appartenenza al sesso femminile, basso livello di istruzione, la quantità di ore giornaliere trascorse restando seduti, la percezione peggiore del proprio stato di salute e condizioni fisiche di sovrappeso/obesità, presenza di sintomi di depressione e diabete. Inoltre, l’attività di promozione dell’attività fisica da parte degli operatori sanitari anche se maggiormente diretta ai soggetti appartenenti a gruppi a maggior rischio di sedentarietà, risulta ancora insufficiente.

I determinanti sociali sono fattori noti nell'implicare importanti differenze di salute. Il loro impatto sullo stato di salute degli individui, in termini di prevenzione, comparsa e guarigione delle malattie e delle disabilità, è stato ampiamente dimostrato sia in Paesi ad alto che a basso reddito. I sistemi di sorveglianza di popolazione quali il PASSI inoltre, sono importanti fonti di informazione e monitoraggio nel tempo delle disuguaglianze sociali. Si è ad esempio dimostrato come la depressione sia ancora fortemente influenzata da tali disuguaglianze.

L’attività fisica svolta con regolarità induce noti effetti benefici per la salute: protegge dall’insorgenza di numerose malattie ed è talvolta indispensabile per il trattamento di patologie conclamate. Si stima che l'attività fisica praticata secondo i livelli minimi raccomandati possa ridurre la mortalità per tutte le cause di circa il 20-30% . È importante che i medici raccomandino ai loro pazienti lo svolgimento di un’adeguata attività fisica; i loro consigli (in combinazione con altri interventi) si sono infatti dimostrati utili nell’incrementare l’attività fisica nella popolazione generale e in gruppi particolari a rischio. La scarsa attività fisica è associata anche ad una percezione peggiore della propria salute.


Il metodo di calcolo utilizzato in questa ricerca, classifica l’attività fisica in 3 livelli:
•buono: attività fisica settimanale pari ad almeno un’ora di attività fisica moderata svolta tutti i giorni;
•moderato: attività fisica settimanale pari ad almeno mezz’ora di attività moderata svolta quasi tutti i giorni;
•scarso: attività fisica settimanale inferiore al livello moderato o assente.
Una delle conclusioni interessanti dello studio è stata che le persone che beneficerebbero di una regolare attività fisica (sofferenti di diabete, quelle che lamentano ipertensione e ipercolesterolemia, quelle in sovrappeso od obese o quelle con sintomi di depressione) sono in genere meno attive della popolazione generale


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