Presentata dall'economista Fiorella Kostoris e da Emma Bonino un'associazione
che si pone l'obiettivo dell'equiparazione di genere nel mondo del lavoro
"Nasciamo Pari e diventiamo Dispare"Un Comitato contro la discriminazione delle donne
L'Italia ha un tasso di occupazione femminile al di sotto del 50%, ultima nella Ue dopo Malta. Ironico il metodo proposto per la 'moral suasion': cioccolata ai 'buoni' e carbone ai 'cattivi'
di ROSARIA AMATO
ROMA - "In Italia si nasce pari e si diventa dispare. Ma questo non può essere l'unico destino possibile per le donne": con queste parole Emma Bonino ha presentato con l'economista Fiorella Kostoris il 'Comitato Pari o Dispare', un'Authority contro le discriminazioni di genere. In un Paese come il nostro che, ricorda Kostoris, ha "il tasso di occupazione delle donne più basso dell'Unione europea a 27 con la sola eccezione di Malta", certo l'obiettivo di "raggiungere la parità" può sembrare eccessivamente ambizioso. Ma il Comitato, costituito il 19 dicembre, intende promuovere la parità tra uomo e donna sulla base di una leva fondamentale per lo sviluppo dell'intera società, e non solo delle carriere femminili: "la meritocrazia".
... non solo in Italia lavora meno di una donna su due (ma al Sud tale dato precipita sotto il 30 per cento), ma, a parità di qualifica e incarico, "una donna è pagata un quinto in meno di un collega uomo". Ancora, ricorda il Comitato, "il 20 per cento delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio" e secondo la classifica di genere redatta dal World Economic Forum l'Italia è al 72° posto per la disparità uomo-donna, al 96° per partecipazione e opportunità nell'economia, all'88° per partecipazione al lavoro, al 91° per reddito da lavoro".
Se si guarda poi al peso delle donne che lavorano, "nei consigli di amministrazione delle aziende italiane quotate, su 2.753 posizioni solo 174 sono occupate da donne (6 per cento), sono solo 2 le donne rettrici di università e solo 2 le donne direttrici di quotidiano". Ancora: "Nelle banche, su un campione di 133 istituti di credito, il 70 per cento dei Cda non conta neanche una donna, nessuna donna è amministratore delegato o presidente di banca".
Eppure, farcela è possibile. "Una carriera di successo è il risultato di vari elementi - osserva Anna Maria Tarantola, da un anno vicedirettore generale della Banca d'Italia - innanzitutto bisogna avere le qualità, coltivarle e avere la grinta di farle valere. Ma poi conta anche avere una rete familiare che possa dare il sostegno necessario, ed essere in un ambiente lavorativo che premi il merito". "Non bisogna mollare mai: quando venivo a Roma da Treviso per le riunioni dell'Associazione Nazionale Magistrati - ricorda Luisa Napolitano, componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura - immancabilmente i colleghi di Roma arrivavano in ritardo e poi mi proponenevano di andare a pranzo. Io ero tentata di mollare, e invece ho ottenuto il tempo continuato, visto che poi avevo l'aereo alle 5"....
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