venerdì 25 giugno 2010

madri e figlie

Appaiono di frequente sui periodici, soprattutto femminili, e nei media in generale, le immagini di queste coppie quasi-gemellari – spesso bionde, capelli lunghi, grandi sorrisi, abbigliamento identico, elegante o casual.

Sono entrate ormai nel novero dei nuovi stereotipi: madre e figlia quasi indistinguibili, profili idealizzati di una realtà più diffusa, dato che se ne vedono parecchie anche per le strade.

Alcune di queste immagini si possono attribuire a strategie di mercato, ma in ogni caso parlano di modelli che in forme meno visibili, meno sensazionali, ci riguardano da vicino e popolano la nostra vita quotidiana e raccontano di un mutamento diffuso di culture e costumi, di relazioni tra generazioni di donne, se pure quello che propongono ne sembra essere una forma semplificata.

Se queste immagini/modelli sono interpretazioni di una realtà che cambia e al tempo stesso potentemente la influenzano, ad esse poi si sommano le interpretazioni di chi, interpellato o interpellata a vario titolo, commenta quel che accade, dà voce e al contempo accompagna e dirige il giudizio sociale sul fenomeno, potendo ad un tempo salvarci dal pregiudizio affrettato, ma anche contribuire a costruire altri pregiudizi.


Il filo per non perdersi in questo coro è per ognuna di noi il ritorno a sé, alla propria storia e alle relazioni che abbiamo conosciuto,vissuto direttamente, al loro stesso mutare, che indubbiamente è appartenuto e appartiene allo ‘spirito del tempo’, ai cambiamenti collettivi, ma che ha posseduto e continua a possedere, comunque, caratteri squisitamente personali, l’unicità di una storia, quella di ciascuna.

In questa vicinanza generazionale (forse percepita piu' dalle madri che dalle figlie), in questa somiglianza, certamente non solo fisica ma che i corpi rappresentano, in questo parlarsi che si apre a forme inedite, è bene però che ciascuna mantenga la propria distinzione e autonomia, ma anche il proprio ruolo, di cui essere e sentirsi responsabile.

E il conflitto, che ora sembra negato nei rapporti nuovi tra madri e figlie e che invece sostanziava la relazione nelle passate generazioni, ma non sapeva trasformarsi in confronto e dialogo, il conflitto allora, se viene accettato e sa farsi discorso, potrebbe divenire opportunità di incontro e di crescita per entrambe.

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